Prima dell'invasione di Attila avvenuta nel 451, le isole della laguna sulle quali poi sorse Venezia, e specialmente quella centrale detta Rialto, servivano ai padovani di approdo navale e deposito di mercantile e su esse esercitavano l'assoluto dominio. Venuta la barbara invasione. su quelle isole si rifugiarono i profughi delle distrutte città di Aquileia. Concordia ed Altino e di altri paesi minori. In breve tempo quei profughi fondarono una comunità forte e potente e ricca, che divenne la gloriosa Repubblica di Venezla. Appena un secolo dopo quella Repubblica si era così fortemente costituita da intimorire i vicini ed i veneziani cominciarono con l'imporre a Padova di acquistare da lei il sale, del quale prodotto essi volevano avere il monopolio. In breve per questo monopolio avvennero gravi discordie fra le due città ed i padovani edificarono una fortezza in un luogo chiamato Pettadebò presso Chioggia, per poter fare sale malgrado il patto imposto da Venezia. I veneziani decisero di assalire e distruggere la fortezza, e così avvenne perché i nostri non poterono difenderla per via acquea, e dovettero desistere dalla produzione di quel necessario condimento. Nel 1110 un'altra guerra scoppiò per lo stesso motivo, ed anche questa volta la peggio toccò ai nostri, che per ottenere la pace chiesero la mediazione di Enrico V, imperatore di Germania che allora dominava su gran parte d'Italia. La pace venne conclusa con l'obbligo però che Padova dovesse continuare ad acquistare il sale da Venezia, corrispondere ai veneziani l'annuo contributo di cinquanta libbre di pepe e cinquanta lire verrete e dedicare ogni anno all'imperatore Enrico un «pallio», cioè una corsa di cavalli, che fin da secoli prima i Padovani eseguivano nel loro Prato della valle che allora si chiamava Campo Marzio. Queste corse si chiamavano «pallio» dal latino «pallium » che vuoi dire coperta o anche stoffa da far mantelli, perché tale era il premio per i vincitori.
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